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La data analysis nel calcio
Il calcio è uno sport semplice a prima vista. Si gioca su un prato verde lungo e largo tra i 110 metri e i 75 metri. 22 calciatori si dispongono sopra a quei fili d’erba, divisi in due squadre da 11 ciascuna. L’obbiettivo è quello di far sì che la propria squadra segni un goal in più dell’avversario.
Sugli spalti, che disegnano il contorno dello stadio, una folla che incita i propri colori e, a casa, milioni di telespettatori che fanno altrettanto. “Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”, diceva Pier Paolo Pasolini.
La semplicità dell’atto sportivo però nasconde una quantità enorme di particolari a cui stare attenti e in soccorso ai tecnici, ai giocatori e ai dirigenti viene la tecnologia e la messe di dati che elabora per migliorare la qualità dell’approccio e dello svolgimento di una partita.
Pep Guardiola, allenatore del Manchester City in Premier League, due stagioni fa ha assunto nel suo staff un’equipe di astrofisici per farsi aiutare nella lettura di quanto i suoi calciatori stavano eseguendo in campo.
Qualcuno potrebbe vederlo come un azzardato salto nel futuro, altri come una semplice accettazione del presente. Il calcio è uno sport dalle mille variabili impreviste: se la tecnologia può aiutarci a capirne qualcuna, questo non può che migliorare lo spettacolo a cui assistiamo. In questo panel vi presentiamo alcune importanti esperienze di data analysis nel grande mondo del pallone. Parteciperà fra gli altri Marco Fumagalli, capo area scouting del Pisa.